Il restauro della statua di san Michele Arcangelo
Anche la scultura policroma raffigurante “san Michele Arcangelo” (ignoto sec. XVIII) è stata trasferita in “laboratorio” per un restauro ormai non più rinviabile. L’ultimo intervento, infatti, risale a sessantacinque anni fa per la devozione del signor Vito Coppola. Il nuovo restauro, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli (prot.16173/2019), è finanziato dal dott. Michele Tecchia, su invito del Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia.
San Michele Arcangelo è considerato uno dei patroni secondari della comunità, al punto che i nostri padri hanno posto la sua statua nell’edicola sinistra dell’abside, retrostante all’altare maggiore, accanto a san Vitaliano, vescovo e patrono principale della città.
La collocazione del simulacro dell’Arcangelo Michele accanto al vescovo Vitaliano non è affatto casuale e a spiegarcelo è una omelia di Papa Benedetto del 2007, nella quale il papa emerito sottolinea che “Dio è iscritto nel nome dell’Arcangelo Michele (ma anche di Gabriele e Raffaele) mentre la Chiesa antica – già nell’Apocalisse – chiama i Vescovi “angeli” della loro Chiesa, esprimendo in questo modo un’intima corrispondenza tra il ministero del Vescovo e la missione dell’Angelo. A partire proprio dal compito dell’Angelo – messaggero di Dio, che porta Dio agli uomini – si può perciò comprendere il servizio dei Vescovi uomini di Dio, orientati verso Dio. “Multum orat pro populo” – “Prega molto per il popolo”, dice il Breviario della Chiesa a proposito dei santi Vescovi”.